Investire per una buona causa: come puntare a un impatto "reale"

5 Minuti di lettura 30 giu 21

Si rimanda al glossario per la definizione dei termini contenuti in questo articolo.

Un rapida ricerca su Google di "investimento a impatto" restituisce moltissimi risultati. Ovviamente solo pochi di questi saranno rilevanti, ma è una prova del fatto che di sicuro non mancano le opzioni per chi sta considerando di investire con l'intento di raggiungere uno scopo che trascende il solo profitto.

La proliferazione di prodotti però presenta un problema: come si fa a individuare quello giusto, con tutta questa scelta? Ma prima ancora, bisogna affrontare un'altra criticità: come si fa a distinguere i veri fondi a impatto da quelli che si presentano solo come tali? 

Se volete cercare di generare un impatto concreto attraverso l'investimento, dovete cercare alcune caratteristiche a mio avviso molto indicative.

Il valore degli asset del fondo potrebbe diminuire così come aumentare, determinando movimenti al rialzo o al ribasso del valore dell'investimento, ed è possibile che non si riesca a recuperare l'importo iniziale investito. 

Valutare le intenzioni

Un esame degli obiettivi è già un buon punto di partenza: gli scopi non finanziari devono essere saldamente codificati nel DNA di un vero fondo a impatto e posti sullo stesso piano degli obiettivi finanziari, e non una considerazione secondaria o un risultato accidentale.

Questa insistenza sul raggiungimento dell'impatto ovviamente deve trovare riflesso nelle società in cui il fondo investe. Per quanto riguarda gli approcci che investono in azioni di società quotate, l'impatto per gli investitori nel fondo dipenderà da quello generato dalle aziende in portafoglio.

Per selezionare azioni idonee, i gestori dei fondi cercano di valutare in che misura le società sono esplicitamente impegnate ad affrontare problemi sociali e ambientali, accertandosi che l'impatto generato sia intenzionale e non fortuito e che gli impegni presi a parole siano confermati dai fatti.

Considerare il processo

Come per qualsiasi strategia d'investimento, serve un impianto robusto e replicabile per valutare in modo coerente la tesi d'investimento delle società candidate. Chi investe in azioni per ottenere un impatto deve aspettarsi di affrontare diversi passaggi.

Non si tratta mai semplicemente di escludere certi settori che provocano danni, come quello del tabacco, o le società con processi che ottengono punteggi bassi in base a parametri non finanziari, come l'inquinamento o la corruzione: questi filtri sono utili, ma rappresentano soltanto il primo passo che deve essere seguito dall'identificazione esplicita dell'impatto positivo generato da una società e quindi dalla misurazione dei risultati effettivi. 

Uno degli strumenti comunemente impiegati per farlo è il raffronto con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU, noti come OSS o SDG, che delineano in una formulazione universalmente riconosciuta le principali criticità poste di fronte al pianeta e ai suoi abitanti, dalla lotta contro la povertà al contrasto del cambiamento climatico. 

È possibile mappare le attività aziendali rispetto a un OSS primario e anche a eventuali obiettivi secondari, e quantificarne il contributo al raggiungimento di tali traguardi. Credo che dovremmo guardare non soltanto ai progressi compiuti dalle società a fronte degli OSS attraverso i loro prodotti e servizi, ma anche al modo in cui consentono ad altre aziende di generare un impatto positivo.

A questo punto, combinando la tesi d'investimento relativa all'impatto e quella relativa agli aspetti finanziari, i gestori potranno selezionare le società potenzialmente in grado di offrire una crescita remunerativa accanto all'impatto positivo.

Occhi puntati sui risultati

Misurare i risultati concretamente raggiunti è un elemento cruciale dell'investimento a impatto: per gli investitori è ragionevole aspettarsi che i gestori dei fondi svolgano questa attività e li tengano informati riguardo agli esiti.

Va detto però che quantificare l'impatto di un investimento azionario non è una scienza esatta e gli approcci utilizzabili per questo scopo sono diversi. Alcuni cercano di distillare l'impatto che è possibile generare, per esempio in termini di litri d'acqua risparmiati, o anche di vite umane, per ogni 10.000 sterline investite in un fondo, ma questo metodo comporta un rischio di semplificazione e approssimazione eccessiva.

A meno che non si investa mirando a un obiettivo di impatto specifico, come la riduzione delle emissioni di carbonio, ha davvero senso aggregare gli impatti delle società a livello del portafoglio? A mio avviso sarebbe inutile nella migliore delle ipotesi e dannoso nella peggiore: molto meglio concentrarsi sull'impatto di ogni azienda, per determinare il grado di allineamento della performance agli OSS più pertinenti e la maturità dell'attività societaria. Stabilire degli indicatori di performance riferiti all'impatto di quella società rispetto a un OSS specifico ci consente di capire se stiamo producendo un contributo positivo attraverso il nostro investimento.

A prescindere dal metodo impiegato dai gestori per misurare l'impatto, la trasparenza nei confronti degli investitori è fondamentale: condividere la nostra nozione di impatto, continuando a sviluppare i criteri per misurarlo, è uno degli elementi che distinguono il "vero" investimento a impatto da una semplice operazione "cosmetica", il cosiddetto greenwashing. 

Le opinioni espresse in questo documento non sono da intendersi come una raccomandazione, consulenza o previsione. 

Il valore degli asset del fondo potrebbe diminuire così come aumentare, determinando movimenti al rialzo o al ribasso del valore dell'investimento, ed è possibile che non si riesca a recuperare l'importo iniziale investito. 

Non prestiamo servizi di consulenza finanziaria. Per qualsiasi dubbio circa l'idoneità di un investimento alle proprie esigenze, si raccomanda di rivolgersi a un consulente finanziario di fiducia.

By Ben Constable-Maxwell

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