Analisi di mercato del terzo trimestre 2023

6 Minuti di lettura 1 nov 23

Si rimanda al glossario per la definizione dei termini contenuti in questo articolo.

Sommario

  • In questo articolo, analizziamo la stagione degli utili del terzo trimestre (Q3), fornendo un aggiornamento sui mercati sviluppati ed esplorando le recenti problematiche storiche e geopolitiche.
  • I mercati obbligazionari e le crescenti tensioni geopolitiche rappresentano i principali fattori alla base della volatilità di mercato. Le obbligazioni globali sono scese del -0,62% e le azioni del -2,42%. Tuttavia le obbligazioni europee di categoria investment grade hanno generato andamenti più positivi del +0,83%.
  • Il rendimento benchmark delle obbligazioni statunitensi decennali è cresciuto da circa il 4,6% annuo di inizio mese a circa il 4,9% annuo, grazie a un’economia statunitense più solida.

Tutte le cifre citate nel presente articolo sono performance totali, menzionate con sterlina britannica come valuta di base e accurate al momento della stesura del documento.

Si prega di notare che il valore degli investimenti è destinato ad oscillare. Questo determina il movimento al rialzo o al ribasso degli stessi e la possibilità che non si riesca a recuperare l'ammontare inizialmente investito. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Le opinioni espresse in questo documento non sono da intendersi come una raccomandazione, consulenza o previsione. Non prestiamo servizi di consulenza finanziaria. Per qualsiasi dubbio circa l'idoneità di un investimento alle proprie esigenze, si raccomanda di rivolgersi a un consulente finanziario di fiducia.

Stagione degli utili, terzo trimestre

La stagione degli utili del terzo trimestre è già ben avviata, vista la pubblicazione dei risultati da parte di quasi metà delle società presenti sull’Indice S&P 500. Il 78% di queste società ha superato le aspettative sugli utili: secondo FactSet, tra i settori in testa figurano la tecnologia informatica, i servizi di comunicazione e quello sanitario.

Le società energetiche e i servizi di pubblica utilità hanno invece registrato risultati più deboli. I dati provenienti da Mastercard e Visa hanno offerto utili indicazioni sullo stato di salute dei consumatori, suggerendo entrambi una spesa stabile quest’anno, in tutti i segmenti.

Per la seconda volta quest'anno, Coca-Cola ha rivisto al rialzo le sue previsioni di fatturato e di profitto annuali. Nel terzo trimestre il prezzo medio di vendita della Coca-Cola è aumentato del 9%, a fronte dello stesso volume di vendite, suggerendo che la domanda dei consumatori sia ancora forte nonostante i prezzi più elevati.

Le grandi aziende tecnologiche hanno riportato risultati eterogenei. Microsoft si è piazzata in testa, registrando un aumento dei margini di profitto grazie alla domanda del suo software cloud, determinata dall'intelligenza artificiale (AI). Google, invece, ha arrancato, in quanto i ricavi delle sue attività cloud sono stati inferiori alle aspettative.

Un aumento della crescita statunitense

L'economia statunitense continua a dare prova di buona tenuta. Nel terzo trimestre del 2023, la crescita economica ha superato le aspettative con il 4,9% annualizzato, il tasso di crescita più rapido degli ultimi due anni. Il mercato del lavoro statunitense si conferma robusto. La disoccupazione è ancora contenuta e le richieste di sussidi di disoccupazione iniziali sono calate. 

Complessivamente, i risultati degli utili societari del terzo trimestre sono in linea con i dati economici. Tuttavia, alcune società hanno evidenziato le loro aspettative di un indebolimento degli utili nel quarto trimestre.

L'economia statunitense continua a mostrarsi solida e ciò ha contribuito alla recente volatilità del mercato obbligazionario. In un contesto di timori da parte degli investitori, il rendimento delle obbligazioni decennali statunitensi ha superato il 5% questo mese, raggiungendo questi livelli per la prima volta dal 2007.

Banche centrali in pausa nel Regno Unito e in Europa

Nel Regno Unito, a settembre l'inflazione si è mantenuta a livelli più elevati del previsto. L'indice dei prezzi al consumo (CPI) è salito del 6,7% annuo rispetto alle previsioni del 6,6%, lo stesso tasso registrato ad agosto. L'IPC di fondo (il parametro che elimina i fattori volatili come l'energia e i generi alimentari) è salito al 6,1% annuo, contro il 6,2% di agosto. Il tasso di inflazione dei servizi è salito al 6,9% dal 6,8% e resta ostinato.

I dati economici del Regno Unito stanno mostrando alcuni segnali di rallentamento. La disoccupazione ha raggiunto il 4,3% circa e i posti di lavoro vacanti sono diminuiti. Tuttavia, con un tasso dell'8,1%, compresi i bonus, la crescita dei salari rimane solida e secondo le previsioni la Banca d'Inghilterra dovrebbe mantenere invariati i tassi di interesse. Al momento siamo neutrali sul segmento azionario del Regno Unito e pensiamo che l'inflazione ostinata continuerà ad avere un impatto sul sentiment degli investitori in generale.

La Banca Centrale Europea (BCE) ha mantenuto i tassi di interesse all'attuale 4%, nonostante l'inflazione dell'eurozona sia in calo (4,3% anno su anno a settembre contro il 5,2% di agosto) e l'economia mostri segnali di debolezza, con numerosi sondaggi aziendali a mostrare una contrazione dell'attività questo mese.

Geopolitica e mercati

Il peso dei conflitti geopolitici ha rappresentato una delle principali preoccupazioni negli ultimi tempi, con un impatto sui prezzi dei prodotti alimentari ed energetici. In risposta al fallimento dell'accordo per l'esportazione del grano dal Mar Nero (il corridoio commerciale che permetteva all'Ucraina di esportare grano) all'inizio dell'anno, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha dichiarato che i prezzi del grano potrebbero aumentare di circa il 10-15%.

Nel mese di ottobre è scoppiato il conflitto in Medio Oriente. Ciò ha sollevato gravi preoccupazioni umanitarie ed economiche in tutti i settori. Tuttavia, finora l’impatto del conflitto sui mercati finanziari è stato piuttosto contenuto; il greggio Brent è salito a circa 93 dollari al barile, ma rimane al di sotto dei 96 dollari al barile (il suo recente picco). Qualora Paesi come l'Iran e l'Arabia Saudita dovessero essere maggiormente coinvolti e il conflitto dovesse ulteriormente inasprirsi, i prezzi del petrolio potrebbero salire, dato che la regione rappresenta una fetta considerevole della produzione globale di petrolio.

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