Investire in linea con l’accordo di Parigi: approccio attivo o passivo?

7 Minuti di lettura 20 ago 24

Si rimanda al glossario per la definizione dei termini contenuti in questo articolo.

La natura algoritmica dei processi di investimento dei fondi passivi può creare il rischio di un'eccessiva semplificazione e di una visione a breve termine nell'affrontare la sfida di lungo periodo del cambiamento climatico. Riteniamo che un approccio attivo sia non solo più efficace, ma anche essenziale per gli investitori che intendono contribuire concretamente al raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi.

I veicoli passivi tendono a seguire un approccio incentrato sul portafoglio per allinearsi all'Accordo di Parigi. In genere, questo approccio prevede una riduzione annuale predeterminata dei parametri di emissione di gas serra (GHG) del portafoglio, come la riduzione del 7% richiesta dai parametri di riferimento dell'UE per l'allineamento a Parigi1. Ciò si ottiene prendendo decisioni di allocazione del portafoglio in base all'intensità di carbonio delle imprese.

“La decarbonizzazione non è un processo lineare. Le imprese possono sperimentare una volatilità nelle emissioni di gas serra su periodi di tempo più brevi, causata da cambiamenti nel mix di ricavi, problemi della catena di approvvigionamento o eventi esterni imprevisti”.
 

Tuttavia, un fondo sostenibile che gestisce un quadro di riferimento per l'intensità di carbonio incentrato sul portafoglio potrebbe semplicemente detenere una selezione di società a bassa emissione, come le società di software. Allo stesso modo, la riduzione delle emissioni di gas serra potrebbe essere ottenuta semplicemente tagliando le posizioni nelle società a più alta emissione. Anche se un approccio passivo gestito in questo modo raggiungerebbe gli obiettivi di sostenibilità sulla carta, il suo contributo alla riduzione delle emissioni di gas serra nel mondo reale, necessaria per affrontare il cambiamento climatico, potrebbe essere invece messo in dubbio.

Vale la pena notare che la decarbonizzazione non è un processo lineare. Le imprese possono sperimentare una volatilità nelle emissioni di gas serra in periodi di tempo più brevi, causata da cambiamenti nel mix di ricavi, problemi della catena di approvvigionamento o eventi esterni imprevisti. Inoltre, quando le imprese investono capitale a sostegno dei loro sforzi di decarbonizzazione, i risultati non sono istantanei di solito e possono non essere evidenti per diversi anni. Se le emissioni di gas serra aumentano da un anno all'altro, l'impresa può essere rimossa da un veicolo passivo prima che l'investimento abbia dato i suoi frutti.

Intensità di carbonio e rischio di ripartizione erronea del patrimonio

Un metodo comunemente utilizzato dai fondi passivi per valutare l'allineamento con l'Accordo di Parigi consiste nel confrontare le emissioni di una società con il suo valore totale. In genere questo si calcola dividendo le emissioni totali dell'impresa per il suo Enterprise Value Including Cash o EVIC (la somma della capitalizzazione di mercato, del debito totale e delle disponibilità liquide/degli strumenti monetari della società).

Misurare l'intensità di carbonio in questo modo può creare problemi per gli investitori, in quanto le fluttuazioni del corso azionario influiscono sul denominatore, alterando il dato dell'intensità di carbonio senza alcuna variazione delle emissioni assolute di gas serra. L'inclusione di una società nel portafoglio potrebbe quindi essere influenzata dal suo valore di mercato, piuttosto che dai suoi sforzi di decarbonizzazione.

Ad esempio, il valore di una grande azienda tecnologica potrebbe aumentare in modo significativo grazie al miglioramento del sentiment sull'intelligenza artificiale, nonostante non vi siano cambiamenti nella sua impronta di carbonio. Utilizzando il metodo EVIC, ciò provocherebbe una corrispondente diminuzione dell'intensità di carbonio. L’impresa non sarebbe necessariamente diventata un'azienda più sostenibile, ma gli investitori che si attengono a un budget per le emissioni di carbonio potrebbero aumentare le loro posizioni sulla base di un'intensità di carbonio più interessante, semplicemente come risultato di un aumento della capitalizzazione di mercato. Su larga scala, probabilmente questo aumenta il rischio di un’erronea ripartizione del patrimonio.

Una mancata opportunità di fornire addizionalità

Riteniamo che gli investitori possano incoraggiare efficacemente i progressi di decarbonizzazione lavorando a stretto contatto con le società partecipate, su temi quali la definizione di obiettivi e lo sviluppo di una strategia. I gestori di fondi passivi non sfruttano necessariamente i loro privilegi di stewardship in questo modo, perdendo di fatto l'opportunità di incoraggiare un cambiamento positivo e di fornire un'addizionalità agli investitori.

A nostro avviso, queste caratteristiche determinano un approccio di breve termine alla gestione del portafoglio, in contrasto con il fatto che l'allineamento all'Accordo di Parigi costituisca un impegno sul lungo periodo. Secondo l'IPCC, le emissioni globali devono diminuire del 43% entro il 2030 (rispetto all'anno di riferimento 2019) e raggiungere il net zero entro il 20502. Con un orizzonte temporale così lungo, non è sufficiente ridurre le emissioni di gas serra nel breve periodo. Riteniamo che per essere veramente allineati con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, le imprese, e gli investitori, debbano essere disposti a impegnarsi per diversi decenni, oltre che in grado di poterlo fare.

Occhi puntati sui risultati del mondo reale

Riteniamo che l'allineamento di un portafoglio all'Accordo di Parigi non possa essere misurato esclusivamente in base all'intensità di carbonio o ad altri parametri predeterminati. Gli investitori devono piuttosto considerare i loro contributi reali alla riduzione assoluta delle emissioni di gas serra necessaria per limitare il cambiamento climatico. 

In genere, nell’ambito delle strategie Paris-aligned di M&G Investments, le nostre partecipazioni contribuiranno all’obiettivo dell’Accordo di Parigi decarbonizzando i loro business e, in alcuni casi, anche offrendo soluzioni climatiche ai loro clienti per poter fare altrettanto. Questi ultimi, in alcuni casi, sarebbero esclusi dai portafogli passivi per via di emissioni elevate, nonostante il loro ruolo di rilievo nel processo di decarbonizzazione. 

Case study: Weir Group

Possiamo riflettere su alcuni degli svantaggi degli investimenti passivi in linea con l’accordo di Parigi, e sui requisiti di un approccio attivo, prendendo in esame Weir Group.

In quanto produttore di attrezzature per l'industria mineraria, Weir Group non balza all’occhio come ovvio business di sostenibilità. È improbabile che l'azienda possa essere inserita in un portafoglio passivo Paris-aligned, a causa delle sue ingenti emissioni di gas serra. L'impresa adotta un approccio cauto alla divulgazione delle emissioni di gas serra. Le emissioni di gas serra dell'Ambito 3 rese note (quelle derivanti dalla sua catena del valore) includono un inventario completo delle emissioni di gas serra di tutti i suoi clienti. Tuttavia, la società mostra un forte impegno per la decarbonizzazione, avendo fissato un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra definito su dati scientifici e sviluppato una strategia di sostenibilità che copre sia le proprie emissioni di gas serra che quelle dei suoi clienti. 

Di fatto, i prodotti di Weir Group aiutano i suoi clienti a evitare una grande quantità di emissioni di gas serra. L'estrazione mineraria è un processo ad alta intensità energetica e Weir si concentra sullo sviluppo di macchinari efficienti per ridurre il consumo di energia (e le relative emissioni di gas serra). 

Per fare un esempio, i rulli di macinazione ad alta pressione Enduron® di Weir utilizzano fino al 40% di energia in meno rispetto ai circuiti di macinazione tradizionali e non richiedono l'uso di mezzi di macinazione. Tutto ciò consente di risparmiare fino a 200.000 tonnellate di CO₂ all'anno su tutta la base aziendale. Il sistema di dentatura Nemisys® N90 di Weir offre inoltre una riduzione del 44% delle emissioni di CO₂ grazie alla sua maggiore durata, che si traduce in un minor numero di parti di ricambio e in prestazioni più efficienti.

Negli ultimi anni ci siamo confrontati numerose volte con Weir Group. Nel 2020 e nel 2021 abbiamo tenuto diversi incontri con il presidente e il responsabile della sostenibilità di Weir, per comprendere come Weir possa allinearsi a un'economia a zero emissioni di carbonio, promuovere l'innovazione tecnologica nella sua catena di fornitura e l'adozione di prodotti sostenibili da parte dei suoi clienti. Data la sua considerevole impronta di Ambito 3, abbiamo sostenuto l'approccio attento e approfondito del management nel delineare un percorso strutturato verso l'azzeramento delle emissioni. Abbiamo inoltre collaborato con il consiglio di amministrazione per garantire che gli ambiziosi obiettivi ESG di Weir si riflettano nel suo quadro retributivo, cosa che ora avviene.

Fonte: Weir Group Annual Report 2023 e ricerca M&G.

La valutazione dell'allineamento richiede un'analisi approfondita

La valutazione dell'allineamento all'Accordo di Parigi richiede un'analisi approfondita e olistica in aree quali la governance, la strategia e la definizione degli obiettivi, oltre a un monitoraggio continuo dei progressi. Sebbene gli approcci passivi possano vagliare criteri quali le disclosure delle emissioni di gas serra e gli obiettivi, non possono valutare in modo esaustivo gli aspetti relativi all'intenzionalità delle imprese, come la strategia di decarbonizzazione e la presenza di legami di sostenibilità nella remunerazione dei dirigenti. Considerando la natura a lungo termine della sfida della decarbonizzazione, riteniamo che queste siano componenti essenziali dell'allineamento di un'impresa.

Nell’ambito delle strategie Paris-aligned globali ed europee di M&G, il nostro team interno di analisti produce report sul carbonio per le società partecipate. Queste analisi riguardano aree quali la carbon footprint e la carbon handprint dell'impresa, gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, l'intenzionalità e la responsabilità dell’impresa, i progressi recenti e le aree in cui continuare a impegnarsi.

Ogni anno conduciamo anche un'analisi "a semaforo" delle società partecipate, che viene pubblicata nel rapporto annuale sulle emissioni del fondo. Il processo prevede la valutazione dei progressi delle società (a lungo termine e su base annua) in una serie di aree, quali:

  • Portata delle informazioni sulle emissioni di gas serra
  • Credibilità degli obiettivi di riduzione delle emissioni
  • Strategia di decarbonizzazione e governance
  • Eventuali cambiamenti o miglioramenti nelle soluzioni climatiche offerte
  • Se l'azienda è sulla buona strada rispetto a un percorso di decarbonizzazione allineato a Parigi

La collaborazione è essenziale

Riteniamo che una collaborazione costante con le imprese debba costituire parte integrante di qualsiasi processo di investimento che si dichiari allineato all'Accordo di Parigi. Sarebbe difficile farlo in maniera approfondita con un ampio portafoglio di centinaia di società. Tuttavia, con un portafoglio più concentrato, le attività di collaborazione e coinvolgimento possono essere definite su misura in base alle singole imprese, mirando al massimo impatto indipendentemente dal loro percorso di decarbonizzazione.

La collaborazione con le società partecipate rappresenta una parte essenziale del nostro processo nell’ambito delle strategie Paris-aligned globali ed europee di M&G, e va di pari passo con il nostro approccio incentrato sul lungo periodo. Puntiamo a un periodo di detenzione di circa un decennio, il che significa che possiamo lavorare a stretto contatto con le partecipate per incoraggiare e sostenere i loro sforzi climatici nel tempo. 

Le tematiche di engagement possono includere l'incoraggiamento delle partecipate a fornire informazioni complete sulle emissioni di gas serra, la definizione di obiettivi di riduzione delle emissioni basati su dati scientifici, la creazione di una strategia di decarbonizzazione, il legame tra la remunerazione dei dirigenti e le tappe fondamentali di questa strategia e il monitoraggio dei progressi in corso.

Il crescente interesse degli investitori per la lotta al cambiamento climatico è senza dubbio una tendenza positiva. Tuttavia, riteniamo che la popolarità dei veicoli di investimento passivi possa creare risultati non ideali, in quanto questi veicoli sono probabilmente meno efficaci nel contribuire agli obiettivi dell'Accordo di Parigi, con conseguente incapacità di affrontare i cambiamenti reali. Siamo invece convinti che l'allineamento a Parigi richieda un approccio olistico, specifico per ogni società, che sia radicato in una ricerca approfondita, incentrato su risultati reali e che comprenda un coinvolgimento costante della società partecipata.

Le informazioni fornite non devono essere considerate una raccomandazione all'acquisto o alla vendita di un particolare titolo.

1 European Commission, ‘Commission Delegated Regulation (EU) 2020/1818 of 17.7.2020’, luglio 2020.
2 Intergovernmental Panel on Climate Change, ‘The evidence is clear: the time for action is now. We can halve emissions by 2030.’, (ipcc.ch), aprile 2022.
By John William Olsen, Fund Manager, Sustainability and Impact, Lucy Hancock e Randeep Somel, Deputy Fund Managers, Sustainability and Impact

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Il valore degli investimenti è destinato ad oscillare. Questo determina il movimento al rialzo o al ribasso dei prezzi e la possibilità che non si riesca a recuperare l'ammontare inizialmente investito. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri.

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