Investimento sostenibile
5 Minuti di lettura 7 nov 24
Si rimanda al glossario per la definizione dei termini contenuti in questo articolo.
Potrebbe sembrare scontato associare gli investimenti per il raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi all’esposizione a società fornitrici di energia pulita e tecnologia climatica, ma non è così. John William Olsen e Philip Kemp illustrano le strategie con le quali gli investitori azionari possono contribuire ad affrontare il cambiamento climatico grazie a un portafoglio bilanciato di società in diversi settori e categorie.
Dobbiamo innanzitutto riconoscere che il raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi richiede una riduzione significativa e assoluta delle emissioni di gas serra (GHG). Per questo motivo, riteniamo che gli investitori debbano adottare un approccio specifico a ciascuna società, concentrandosi sui risultati reali.
Alcuni approcci all'allineamento all'Accordo di Parigi si concentrano esclusivamente su riduzioni annuali predeterminate dei parametri di emissione a livello di portafoglio, come l'intensità di carbonio. Tuttavia, dare priorità a tali parametri può sembrare contrario a ogni logica. Ad esempio, un gestore di fondi potrebbe semplicemente detenere un portafoglio di società a bassa emissione, come sviluppatori di software, o ridurre gradualmente la propria partecipazione nelle società a più alta emissione. Sebbene sulla carta questi potrebbero apparire come progressi, non contribuirebbero di fatto necessariamente alla riduzione assoluta delle emissioni richieste per limitare l'aumento della temperatura globale. Continuerebbe a esserci lo stesso livello di emissioni, pur essendo escluse dal fondo.
Siamo convinti che un approccio molto più efficace ai fini dell’allineamento all’Accordo di Parigi consista nel concentrarsi su azioni tangibili da parte delle singole società. In particolare, investire in imprese che hanno fissato, o stanno fissando, obiettivi ambiziosi per ridurre le loro emissioni e/o in quelle che stanno offrendo soluzioni climatiche che permettano a terzi di ridurre le proprie emissioni.
Un buon indicatore di impresa impegnata nei confronti dell’Accordo di Parigi è rappresentato dalla fissazione di un obiettivo basato su dati scientifici. Si tratta di obiettivi di riduzione delle emissioni, ritenuti necessari per limitare il riscaldamento globale a ben meno di 2°C ai livelli preindustriali, e idealmente verso 1,5° C, in linea con gli obiettivi dell’accordo.
L’iniziativa Science Based Targets (SBTi) rappresenta un quadro di riferimento largamente accettato per la valutazione di questi obiettivi. Le imprese di una grande varietà di settori e regioni geografiche possono fissare obiettivi basati su dati scientifici e, di seguito, abbiamo evidenziato l'impronta globale di ogni obiettivo definito su base scientifica confermato o ratificato che sia stato fissato attraverso l’iniziativa SBTi.
Gli obiettivi vengono generalmente fissati con un anno di riferimento, a partire dal quale la società in questione misura i propri progressi, e un anno obiettivo (di solito tra il 2030 e il 2050), entro il quale vanno raggiunte le riduzioni delle emissioni. Il processo di definizione di un obiettivo basato su dati scientifici prevede solitamente lo sviluppo di un piano di decarbonizzazione specifico con azioni concrete. Le aziende devono poi comunicare annualmente i progressi compiuti. Questi requisiti contribuiscono a garantire che le imprese si impegnino lungo il percorso verso la decarbonizzazione, anziché limitarsi a fissare un obiettivo distante e poco concreto.
Nel 2018 Novo Nordisk, impresa danese specializzata in farmaci per il diabete e la perdita di peso, ha visto ratificati i propri obiettivi di riduzione delle emissioni dall'iniziativa Science Based Targets.
L'azienda mira a ridurre le emissioni derivanti dalle proprie attività (note anche come emissioni di Ambito 1 e 2) del 100% entro il 2030, in linea con un percorso di soglia di 1,5°C.
Per raggiungere questo obiettivo, la società intende elaborare il proprio ecosistema di prodotti in modo che essi possano essere riciclati o riutilizzati, ridurre al minimo i consumi e gli sprechi e collaborare con fornitori che condividono il suo impegno verso la decarbonizzazione.
Fonte: https://www.novonordisk.com/
Alcune società contribuiscono agli obiettivi dell'Accordo di Parigi fornendo soluzioni per il clima. Queste aziende forniscono prodotti o servizi ai loro clienti, che possono contribuire a risparmiare o evitare le emissioni e a raggiungere i loro obiettivi di decarbonizzazione.
Naturalmente, le aziende coinvolte nella produzione di energia rinnovabile rientrano in questa categoria per definizione. Agevolando l'integrazione dell'energia pulita nel più ampio mix energetico, contribuiscono a evitare milioni di tonnellate di emissioni che altrimenti sarebbero generate dalla combustione di combustibili fossili altamente inquinanti. Tuttavia, le emissioni potrebbero essere risparmiate o evitate grazie a un'enorme varietà di prodotti e servizi, come ad esempio:
Linde è un produttore di gas industriali ad alta emissione, che aiuta i propri clienti a risparmiare o evitare una quantità ancora maggiore di emissioni. Nel 2022, la società ha generato quasi 40 milioni di tonnellate di emissioni attraverso le proprie attività, ma ha aiutato i propri clienti a evitarne circa 90 milioni.
Una delle soluzioni chiave di Linde per il clima è la produzione di idrogeno. Si tratta di un combustibile alternativo che, se prodotto da fonti rinnovabili, nei prossimi anni dovrebbe diventare una fonte di energia pulita in una serie di settori industriali. Propone altre applicazioni consolidate, tra cui la desolforazione del gasolio altamente inquinante.
Tra le altre soluzioni Linde per il clima figurano la produzione di ossigeno gassoso, che contribuisce a ridurre il consumo di energia nell'industria siderurgica, mentre le soluzioni di cattura e stoccaggio del carbonio contribuiscono a decarbonizzare altri processi industriali.
Fonte: https://www.linde.com/
Le aziende con obiettivi basati su dati scientifici e quelle che forniscono soluzioni per il clima si trovano in tutte le regioni geografiche e in tutti i settori. Esse presentano anche modelli aziendali in diversi stadi: dalle piccole aziende che sviluppano tecnologie all'avanguardia ai colossi stabili e leader di mercato che investono in modo ingente nella riduzione delle loro emissioni operative.
Sebbene le prime tendano a essere investimenti più rischiosi delle seconde, gli investitori possono assicurarsi che entrambe forniscano contributi più uniformi al rischio complessivo concentrandosi sulla portata delle posizioni. In altre parole, puntiamo ad assumere posizioni relativamente più ampie in società che reputiamo meno rischiose e posizioni più modeste in quelle che a nostro avviso potrebbero produrre una più ampia gamma di potenziali esiti. Ciò contribuisce a tenere sotto controllo il rischio complessivo del portafoglio senza ostacolare la capacità di individuare opportunità sul mercato.
È importante notare che le società che rientrano in ciascuno di questi diversi panieri registrano performance migliori o peggiori, in termini relativi, in condizioni di mercato diverse. Ciò significa che gli investitori possono detenere un portafoglio di società equilibrato e fondamentalmente ben diversificato, che potrebbe presentare caratteristiche di rischio e rendimento simili a quelle del mercato azionario più ampio, contribuendo al contempo a contrastare il cambiamento climatico.
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Il valore degli investimenti è destinato ad oscillare. Questo determina il movimento al rialzo o al ribasso dei prezzi e la possibilità che non si riesca a recuperare l'ammontare inizialmente investito. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri.