11 min di lettura 20 giu 23
I gestori di fondi devono essere consapevoli delle conseguenze negative indesiderate dei loro investimenti, che possono verificarsi anche quando il fondo è concepito e gestito esclusivamente per generare un impatto positivo. In qualità di investitori a impatto, dobbiamo adottare misure che riducano in maniera proattiva il rischio di impatti negativi che potrebbero emergere da questi investimenti e, nei casi di impatti negativi periferici, impegnarci a fondo con le società in portafoglio e gli altri portatori di interessi per far fronte a queste problematiche in maniera attiva.
Gli investitori a impatto devono dunque accettare esiti negativi involontari legati alla sostenibilità, descritti anche come “compromessi” o esternalità negative, dai loro investimenti? O possono attenuare questi risultati negativi efficacemente, gestendoli nel corso del processo di investimento a impatto?
Questo articolo illustra come, per i fondi azionari pubblici a impatto, integriamo i concetti chiave di “impatto netto” o “bilanciamento di impatto” nel nostro approccio di impact investing e come gestiamo i nostri portafogli a impatto per cercare di evitare, minimizzare e mitigare i potenziali impatti negativi.
Ogni attività produce un effetto, o impatto, sul mondo. In parole povere, le imprese possono contribuire agli obiettivi di una società o avere un impatto negativo su di essi. A loro volta, gli investitori possono scegliere di investire in imprese il cui impatto complessivo è positivo o negativo. Investire per ottenere un impatto positivo non è una scienza esatta. Tuttavia, un processo rigoroso, un’analisi approfondita e una particolare attenzione alla realtà dei fatti possono contribuire a far sì che il portafoglio si concentri sugli elementi positivi e cerchi di evitare quelli negativi.
L’approccio del team azionario a impatto di M&G punta a società che cercano di determinare un impatto positivo considerevole e intenzionale sulle sfide sociali e/o ambientali di grande rilievo, tra cui figurano il cambiamento climatico, l’inquinamento, cattive condizioni di salute e l’esclusione sociale. Sebbene le operazioni di un’impresa, le sue iniziative all’interno di una comunità o la maniera in cui interagisce con la sua forza lavoro possano svolgere un ruolo vantaggioso per la società, il suo impatto maggiore sarà definito dal modo in cui la sua attività principale aziendale affronta le sfide del mondo. Un esempio potrebbe essere quello di un'azienda il cui core business è la generazione di energia pulita, piuttosto che una semplice riduzione della propria impronta di carbonio; oppure un'impresa che fornisce accesso a comunicazioni in grado di favorire l'emancipazione economica di gruppi vulnerabili, piuttosto che un'azienda che si limita a migliorare la diversità del proprio consiglio di amministrazione.
Pertanto, il nostro approccio è naturalmente imperniato sui “provider di soluzioni”. Per individuare questa tipologia di imprese, partiamo da una sfida ben precisa, che si tratti di surriscaldamento globale, rifiuti in eccesso o mancanza di accesso a misure sanitarie e in seguito cerchiamo imprese la cui attività principale consista direttamente nel far fronte a questa problematica. La materialità (o “rilevanza”) riveste un concetto per noi importante (così come nel settore dell’investimento a impatto più in generale), pertanto andiamo a caccia di imprese per le quali la parte preponderante dell’attività, normalmente indicata dai suoi ricavi, sia incentrata sulla soluzione in questione.
Questa parte del nostro approccio, ovvero individuare i provider di soluzioni a impatto realmente positivo, richiede grande impegno, ma è abbastanza logica. Tuttavia, vogliamo anche assicurarci che le aziende in cui investiamo non abbiano, o è improbabile che abbiano, un impatto negativo considerevole su altri fattori sociali o ambientali. Questo ci conduce ad approfondire la nostra analisi e garantisce che l'impatto netto o complessivo sia più evidente e più forte.
Sarebbe difficile giustificare la tesi di investimento a favore di un'azienda che sta creando una soluzione per affrontare il cambiamento climatico ma che causa al contempo danni notevoli agli ecosistemi naturali, o di un'impresa che produce terapie salvavita ma che utilizza il lavoro forzato nella sua catena di approvvigionamento volta a generare le terapie stesse. Pensiamo a questo concetto come a un "impatto netto" o a un "bilanciamento dell'impatto", in base al quale l'impatto delle aziende in cui investiamo deve essere fortemente positivo nel complesso, con eventuali minimi elementi negativi compensati dall'impatto positivo generato.
Dobbiamo riconoscere che è effettivamente impossibile individuare un'azienda con un impatto negativo pari a zero. A ogni modo, le aziende che si prefiggono lo scopo chiaro e autentico di affrontare le sfide globali della sostenibilità tendono naturalmente a ridurre al minimo i loro impatti negativi, o sono comunque aperte a collaborare con i loro portatori di interesse al fine di ridurli. Definiamo queste attività come imprese “a impatto positivo netto”.
La "compensazione" dell'impatto non deve essere considerata come un'equazione matematica, né deve essere una scusa per consentire impatti negativi considerevoli solo a causa dell'impatto positivo primario. Tuttavia, è un concetto utile su cui soffermarsi con le aziende il cui impatto complessivo è prevalentemente positivo, individuando e lavorando intenzionalmente sulle aree di sviluppo e miglioramento.
Utilizziamo una serie di passaggi per individuare, evitare e gestire qualsiasi impatto negativo reale o potenziale nell’ambito del nostro approccio di investimento a impatto. Questi passaggi sono inseriti nel nostro approccio “III” (a Tripla I), imperniato su Investimento, Intenzione e Impatto.
Il primo passaggio consiste nell’applicazione di una “scrematura” rigorosa, che ci permette di escludere quelle società esposte ad attività con rischio elevato di provocare danni importanti, come quelle operanti in settori intrinsecamente non sostenibili del tabacco, dell’alcol o dell’estrazione di combustibili fossili, o le aziende che violano le norme e gli standard di business sostenibili ed etici. Quest'esaustiva lista di esclusioni, che include sia filtri basati su valori che su norme, gioca un ruolo di importanza chiave nell’evitare impatti negativi. Può limitare il nostro universo investibile, ma riduce al minimo la nostra esposizione agli impatti negativi e allinea i nostri investimenti alle aspettative elevate dei nostri clienti.
L’analisi ESG rappresenta un aspetto centrale del nostro approccio di investimento ed è concepita per individuare e mitigare la nostra esposizione ai rischi di sostenibilità. Analizzando sistematicamente i potenziali investimenti, ci rendiamo conto delle sfide a cui l'azienda può essere esposta e di come sta gestendo tali rischi. Oltre ad analizzare le attività dell'impresa, prendiamo in considerazione anche la sua catena di fornitura, in quanto è qui che a volte si insidiano le attività più oltraggiose. Le società che non soddisfano i nostri standard di gestione dei rischi ESG non supereranno questa fase del processo.
L’impresa Tesla è un esempio di soluzione trasformativa a un problema sistemico (trasporti non sostenibili), ma che non ha superato la nostra analisi rispetto a una serie di questioni ESG, tra cui la governance aziendale e la sostenibilità della filiera produttiva. Mentre gli aspetti ambientali e sociali dell'ESG sono più naturalmente legati ai nostri obiettivi di impatto, la nostra attenzione alla governance svolge un ruolo cruciale nell'aiutarci a comprendere lo scopo dell'impresa, se il suo management è incentivato a raggiungere tale scopo, come il consiglio di amministrazione gestisce l’equilibrio tra gli interessi degli azionisti e quelli degli altri stakeholder e se l'azienda dispone dei controlli adeguati per guidare efficacemente la mission aziendale, ovvero lo scopo ultimo dell’impresa.
In maniera analoga a come analizziamo i nostri investimenti per gli impatti positivi da essi generati, applichiamo criteri di misurazione a qualsiasi impatto negativo. Per la valutazione dell'impatto positivo, consideriamo i ricavi generati dalle attività a impatto positivo. Allo stesso modo, valutiamo la rilevanza di eventuali impatti negativi per il modello di business dell'azienda. Se gli impatti negativi sono ingenti, escludiamo l’impresa dal ventaglio di potenziali investimenti. Questo aspetto può essere meglio illustrato con una serie di esempi:
Nell'ambito della nostra analisi dell'Impatto (la terza "I" del nostro approccio a tripla I), oltre a valutare gli impatti negativi effettivi, ci concentriamo anche sui potenziali impatti negativi o sui rischi di impatto. Utilizziamo il quadro di riferimento elaborato dall'Impact Management Project (IMP), che comprende nove diversi tipi di rischio di impatto che possono compromettere la realizzazione dell'impatto. Si va dal "rischio di prove" (mancanza di dati sufficienti per comprendere l'impatto che si sta verificando) al "rischio di esecuzione" (il rischio che le attività non vengano realizzate come previsto) al "rischio di impatto non intenzionale" (il rischio che si verifichi un impatto negativo considerevole).
Come investitori a impatto attivi, utilizziamo attività di dialogo costruttivo e collaborazione (note come attività di engagement) per incoraggiare miglioramenti all“impatto netto” e offrire addizionalità. Impegnandoci con queste società partecipate, possiamo favorire un maggior impatto positivo, richiedere un numero maggiore di informazioni più complete sui dati o adottare determinate misure per la gestione o la riduzione dei potenziali impatti negativi. Citiamo alcuni esempi:
Riteniamo che un bilancio a impatto positivo rappresenti un aspetto chiave di qualsiasi strategia di investimento a impatto. Non ha senso perdere tempo concentrandosi ad affrontare un problema sociale peggiorandone al contempo un altro. Per questo motivo analizziamo gli impatti negativi reali e potenziali delle società, considerando anche i rischi di impatto. Lo facciamo prima di investire in una determinata impresa, ma anche su base continuativa per le società detenute nei nostri fondi a impatto.
Tuttavia, è importante riconoscere che la risposta non è mai semplice e che è impossibile evitare tutti gli impatti negativi. Ad esempio, le emissioni generate nella produzione di prodotti per soluzioni climatiche rilasciano chiaramente emissioni di gas a effetto serra nell'atmosfera. Ma la domanda che ci poniamo è la seguente: quanto sono significative queste emissioni, cosa sta facendo l'azienda per ridurle o attenuarle e sono più che compensate dal potenziale di risparmio di emissioni del prodotto stesso?
Effettuando quest’analisi, possiamo destinare il capitale a investimenti che mirano ad avere un impatto misurabile, intenzionale e realmente positivo sulle sfide più urgenti del mondo.
Il valore degli investimenti nel fondo è destinato ad oscillare. Questo determina il movimento al rialzo o al ribasso degli investimenti e la possibilità che non si riesca a recuperare l'ammontare inizialmente investito. Le opinioni espresse nel presente documento non sono da intendersi come raccomandazioni, consigli o previsioni.
Il valore e il reddito degli asset del fondo potrebbero diminuire così come aumentare, determinando movimenti al rialzo o al ribasso del valore dell’investimento. Non vi è alcuna garanzia che l’obiettivo del fondo verrà realizzato ed è possibile che non si riesca a recuperare l’importo iniziale investito.