Azionario
8 min di lettura 2 set 24
In questo articolo, illustriamo il quadro di gestione del rischio in M&G (Lux) Global Sustain Paris Aligned Fund.
Il valore degli investimenti nel fondo è destinato ad oscillare. Questo determina il movimento al rialzo o al ribasso degli investimenti e la possibilità che non si riesca a recuperare l’ammontare inizialmente investito. Le opinioni espresse nel presente documento non sono da intendersi come raccomandazioni, consigli o previsioni.
Per fondi concentrati con un vasto universo di investimento ma un numero relativamente ridotto di posizioni, proprio come M&G (Lux) Global Sustain Paris Aligned Fund, siamo convinti che il quadro di gestione del rischio debba essere olistico. Il nostro quadro si basa sui rischi fondamentali “reali” delle società, nello specifico sui loro rischi finanziari e di impresa e sui rischi che possono emergere quando queste società vengono combinate in un unico portafoglio. Cerchiamo di esporci a diversi modelli di business, mercati finali e tendenze strutturali. Una buona diversificazione fondamentale costituisce una gestione del rischio essenziale quando si investe con un orizzonte temporale di 10 anni.
La seconda fase del nostro processo di gestione del rischio consiste nel concentrarsi sulla diversificazione dei corsi azionari. Non crediamo che i modelli debbano essere utilizzati esclusivamente per determinare il modo in cui viene gestito il rischio del portafoglio, le cifre relative alla volatilità, il tracking error e i risultati dei modelli di rischio fattoriali possono essere utili anche a stabilire se il fondo è ben diversificato e se si sta comportando come da nostre intenzioni. Possono confermare un’adeguata efficacia della diversificazione, oppure, se necessario, destare attenzione al fine di analizzare in modo sempre più approfondito partecipazioni o gruppi di titoli, e di poter potenzialmente intervenire.
In M&G (Lux) Global Sustain Paris Aligned Fund, investiamo in una gamma diversificata di imprese appartenenti a una varietà di regioni e settori. Investiamo inoltre in società che operano con diversi modelli di business e mercati finali.
Le società sono suddivise in queste categorie:
Il bilanciamento di queste componenti della strategia ci consente di tenere sotto controllo il rischio fattoriale e la volatilità, permettendoci al contempo di allontanarci significativamente dal benchmark e di perseguire alfa. Questo ha permesso alla strategia di generare performance potenziali in diversi contesti di mercato e in modo indipendente dalle tendenze del mercato. Salvaguardare il bilanciamento del fondo presenta l'ulteriore vantaggio di evitare al gestore di dover prevedere movimenti di mercato o cambiamenti macroeconomici. Le possibili variazioni di aspettative non vengono ignorate, ma trattate come considerazioni di gestione del rischio.
Nell’analizzare le società, dedichiamo considerevoli risorse all’analisi dei rischi di impresa. Si tratta di qualsiasi rischio rispetto alla posizione operativa, finanziaria o competitiva dell'impresa. I rischi di impresa possono comprendere sia i rischi operativi che quelli finanziari, oltre che, ad esempio, la forza competitiva, il grado di ciclicità e la maturità relativa dell'azienda.
Con un portafoglio concentrato in un numero ridotto di titoli e un basso tasso di turnover, possiamo dedicare tempo e risorse ingenti all'analisi costante dei rischi specifici della società. Ciò differisce dal quadro di gestione del rischio di molti fondi meno concentrati, dove i gestori si preoccupano più delle cifre relative alle ponderazioni settoriali e geografiche, e cercano di ottimizzare all'interno di queste ponderazioni.
È importante notare che, pur esaminando la volatilità come indicatore di rischio, non la equipariamo a rischi specifici di impresa. Riteniamo che farlo comporti infatti degli inconvenienti, in quanto le variazioni in termini di volatilità possono spesso essere il risultato di movimenti naturali del mercato, che nel giro di breve tempo rientreranno nella norma. Ad esempio, il fondo potrebbe detenere una posizione in un'impresa stabile, che si trova ad attraversare un breve periodo di maggiore volatilità, con un calo del corso azionario a seguito di un comunicato sugli utili. Ciò potrebbe rappresentare un'opportunità per aumentare tale esposizione, perché il valore intrinseco del titolo potrebbe non essersi ridotto o aver aumentato la rischiosità fondamentale dell'investimento nell’impresa nella stessa misura, ma un investitore che si concentra esclusivamente sulla volatilità retrospettiva potrebbe essere obbligato a vendere, non ad acquistare.
Come investitori, ci preoccupiamo delle prospettive delle nostre società partecipate e dei rischi per il loro successo a lungo termine, ma siamo anche estremamente orientati a non perdere denaro su specifici investimenti. Investire in un gruppo diversificato di società solide con un buon margine di sicurezza (valore intrinseco meno valore di mercato) rappresenta un buon punto di partenza. La volatilità può essere utilizzata come indicatore nell'analisi del rischio sia a livello di fondo che di titoli, ma non dovrebbe costringere a modifiche di portafoglio.
Il nostro obiettivo è evitare il raggruppamento all'interno dei fondi. Questo vale non solo per le società con modelli di business simili, ma anche per quelle che operano in settori diversi, le cui quotazioni azionarie si muovono comunque di pari passo, magari perché hanno dimensioni simili e operano nella stessa regione.
Nel caso di detenzione di gruppi di titoli, ci assicureremo di essere ben diversificati all'interno di quel determinato gruppo per attenuare la correlazione. Ad esempio, società con mercati finali e driver diversi, ma anche un mix di scadenze del modello di business e caratteristiche dei titoli.
È importante notare che le dimensioni delle posizioni si basano principalmente sulla nostra valutazione del rischio, piuttosto che sulla "convinzione" nelle società partecipate. In generale, scegliamo di detenere posizioni più ampie nelle società che consideriamo meno rischiose.
In un tipico portafoglio ad alta convinzione, ci aspettiamo che la metà del rischio totale del fondo provenga dalle cinque partecipazioni maggiori. In M&G (Lux) Global Sustain Paris Aligned Fund, puntiamo ad “appiattire la curva”, assumendo posizioni relativamente più consistenti in società che riteniamo presentino un rischio di impresa e un rischio di valutazione minori. In pratica, ciò significa che una posizione del 5% in una società più stabile e una posizione del 2% in una società a forte crescita e più rischiosa possano fornire lo stesso contributo al rischio complessivo. In genere ci aspettiamo che circa la metà del contributo aggregato alla volatilità provenga dalle nostre prime 10 partecipazioni.
Nel rivedere le dimensioni delle posizioni, consideriamo anche il contributo di ciascuna partecipazione alla diversificazione complessiva. Ad esempio, piuttosto che acquistare altre società, preferiremo incrementare una determinata posizione se riteniamo che il titolo rappresenti un buon elemento di diversificazione per un particolare settore o regione, verso il quale desideriamo mantenere o aumentare l'esposizione.
Ci aspettiamo che il risultato di questo quadro sia un fondo che mostri un livello simile di volatilità relativamente ridotta rispetto al benchmark, nonostante la sua natura concentrata. Inoltre, puntiamo a far sì che la maggior parte del rischio complessivo del portafoglio sia attribuibile al rischio specifico di un titolo, e che il rischio di stile, fattoriale o regionale svolgano un ruolo limitato. Riteniamo che questo elevato livello di rischio relativo a uno specifico titolo rappresenti una buona indicazione di diversificazione. In generale siamo più preoccupati della deriva del rischio di stile che del rischio paese e del rischio settore.
Monitoriamo questi parametri e molti altri su base mensile, lavorando in stretta collaborazione con il team Equity Risk di M&G. Come già menzionato, questi dati possono offrire un’utile indicazione circa la necessità di revisione di alcune aree del fondo. Tuttavia, l’analisi di rischi di impresa relativi a titoli specifici resta la colonna portante del nostro quadro di gestione del rischio.
Il fondo ambisce a generare una combinazione di reddito e crescita del capitale superiore a quella del mercato globale (misurato dall’Indice MSCI World Net Return) su un periodo qualsiasi di cinque anni e a investire in società che contribuiscano all’obiettivo dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico di mantenere l’aumento della temperatura globale in questo secolo ben al di sotto dei due gradi Celsius rispetto ai livelli pre-industriali. Almeno l’80% del fondo è investito in azioni di imprese sostenibili su scala globale, inclusi i Paesi emergenti. Di norma il fondo detiene azioni di meno di 40 società. Le società che, secondo la valutazione effettuata, violano i principi del Global Compact delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, lavoro, ambiente e lotta alla corruzione vengono escluse dall’universo di investimento. Anche i settori relativi a tabacco e armi controverse vengono esclusi. Il gestore investe in azioni di imprese con modelli di business sostenibili, dove le problematiche a breve termine hanno creato interessanti opportunità di acquisto. Le considerazioni in materia di ESG e sostenibilità sono pienamente integrate nel processo di investimento.
Si prega di notare che investire in questo fondo significa acquisire quote o azioni di un fondo e non di una determinata attività sottostante come un immobile o le quote di una società, in quanto queste rappresentano soltanto le attività sottostanti detenute dal fondo.
Ulteriori dettagli sui fattori di rischio applicabili al fondo sono riportati nel Prospetto del fondo.
Le informative del fondo relative alla sostenibilità possono essere trovate qui: https://www.mandg.com/investments/professional-investor/it-it/funds/mg-lux-global-sustain-paris-aligned-fund/lu1670715207#sustainability
Il valore degli investimenti è destinato ad oscillare. Questo determina il movimento al rialzo o al ribasso dei prezzi e la possibilità che non si riesca a recuperare l'ammontare inizialmente investito. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri.