Il nostro diritto di voto in azione

6 Minuti di lettura 28 mag 21

Oltre al coinvolgimento con le società partecipate, il voto attivo è parte integrante del nostro approccio di investimento. Crediamo che l’esercizio del nostro diritto di voto aggiunga valore e tuteli gli interessi dei nostri clienti in qualità di azionisti.
 
La nostra posizione iniziale è quella di supportare il management delle società in cui investiamo. Tuttavia, può succedere che i loro consigli di amministrazione propongano risoluzioni che riteniamo non siano nel migliore interesse della società o che gli azionisti ne propongano invece altre che riteniamo essere nel suo interesse.

Nel 2019, M&G ha partecipato al voto in 1.788 assemblee; in 673 di queste, M&G ha votato contro almeno una risoluzione.

Aspetti salienti

Una delle questioni di maggior rilievo nel Regno Unito nel 2019, e che è stata al centro dei dibattiti anche nel 2020, è stata quella dei contributi pensionistici dei dirigenti, che prevedono tassi molto più elevati rispetto agli altri dipendenti. In alcuni casi, le società stanno volontariamente riducendo i contributi pensionistici, per avvicinarsi di pochi punti percentuali ai tassi dei dipendenti. In altri casi, M&G è andata incontro a resistenze di fronte alla richiesta di ridurre le indennità pensionistiche. Si tratta di un’area che monitoriamo attivamente e di un tema che è discusso nell’ambito della maggior parte dei nostri coinvolgimenti in materia di remunerazioni. M&G si aspetta che i comitati per le remunerazioni definiscano un piano d’azione credibile per ridurre i contributi pensionistici degli amministratori in carica ai livelli della maggior parte dei dipendenti entro la fine del 2022. Nel 2019 alcune società hanno assecondato gli azionisti sulla questione, ma altre, tra cui Lloyds Banking Group e Standard Chartered, non lo hanno fatto e, di conseguenza, ci siamo opposti alle loro risoluzioni riguardanti le remunerazioni.

Abbiamo assistito a proposte di risoluzioni in materia di clima da parte degli azionisti sia presso Royal Dutch Shell che presso BP. La proposta fatta a Shell dal gruppo di pressione sui cambiamenti climatici Follow This richiedeva alla società di “fissare e pubblicare obiettivi che fossero allineati con quello dell’Accordo sul clima di Parigi di limitare il riscaldamento globale a ben al di sotto dei 2°C.” Il 2019 è stato il quarto anno in cui questa risoluzione è stata proposta formalmente. In seguito a una consultazione tra gli azionisti e la società, la risoluzione è stata ritirata. Follow This ha dichiarato che ciò serviva a “dare alla Shell il tempo di allineare i suoi obiettivi climatici all’accordo di Parigi sul clima”.

BP si è trovata di fronte alla stessa risoluzione vincolante da parte di Follow This alla sua Assemblea generale, ma senza che fosse ritirata. I dibattiti su questa proposta all’interno di M&G ci hanno portato a votare in modo diverso a seconda dei fondi, poiché le opinioni sono rimaste divise. Una seconda risoluzione ambientale per BP, sotto l’egida di Climate Action 100+ e promossa da M&G come co-presentatrice, è stata raccomandata dal consiglio di amministrazione. Questa risoluzione richiedeva che il consiglio riferisse agli azionisti la sua strategia per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi in termini di spese in conto capitale e di progressi rispetto a parametri e obiettivi rilevanti. La risoluzione è stata approvata.

Negli Stati Uniti, dove la proposta di risoluzioni da parte degli azionisti è una prassi più comune, abbiamo visto proposte di risoluzioni relative al clima sia alla Chevron che alla Exxon Mobil, sebbene per quest’ultima la risoluzione sia stata bloccata dalla società con il permesso della Securities and Exchange Commission. Altre sette risoluzioni da parte degli azionisti sono apparse sulle schede per le votazioni dell’assemblea generale della Exxon Mobil. Ne abbiamo appoggiate sei, e sebbene nessuna sia stata approvata, il nostro sostegno è stato forte.

Abbiamo sostenuto altre risoluzioni degli azionisti statunitensi su una serie di argomenti, tra cui le donazioni politiche, la struttura del capitale, le posizioni di Presidente e Amministratore Delegato e le questioni ambientali. Da notare in particolare l’Assemblea generale di Microsoft, che comprendeva due risoluzioni degli azionisti. La prima chiedeva alla società di “riferire agli azionisti descrivendo le opportunità per la società di incoraggiare l’inclusione di una rappresentanza di dipendenti non dirigenti nel consiglio di amministrazione”; mentre la seconda riguardava il divario retributivo di genere. Abbiamo sostenuto entrambe le risoluzioni in quanto riteniamo che la consultazione dei dipendenti sia insufficiente e che dovrebbe essere disponibile una maggiore informazione sulle retribuzioni. Ci siamo opposti alla nomina del revisore dei conti a causa dell’eccessiva durata del mandato e alcuni dei nostri fondi si sono opposti alla risoluzione sulle retribuzioni, alla luce degli aumenti registrati nel corso dell’anno.

Nel resto del Nord America, le nostre preoccupazioni sull’indipendenza degli amministratori non esecutivi, tipicamente dovute a lunghi mandati, ci hanno visto opposti alla rielezione degli amministratori di una serie di società, tra cui la società di progettazione di sistemi integrati Synopsys, il gruppo bancario statunitense Bancorp e il produttore chimico Eastman Chemical Company.

Nella società giapponese di materiali da costruzione Lixil, una battaglia di governance societaria ha cercato di far attuare cambiamenti nel consiglio di amministrazione, compreso il ritorno di un ex amministratore delegato, e ha portato alla vittoria degli azionisti di minoranza, tra cui M&G. Un simile dissenso pubblico è raro in Giappone e alcuni osservatori sperano che segni un risveglio dell’attivismo degli azionisti nel Paese. Secondo la Nikkei Asian Review, un livello record del 14,8% delle imprese che hanno riportato i risultati dei voti relativi alle assemblee di giugno 2019 ha registrato almeno una proposta con più del 20% di opposizione, comprese le astensioni. Si tratta di un trend in crescita nell’ultimo decennio.

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